8 cose

Ci risiamo! Hanno di nuovo provato ad incatenarmi… e ci sono riusciti! Chi? Stavolta Monì, che, con la sua solita grande sensibilità si è pure scusata
Catene sì, ma con classe!
SI tratta di dire otto cose di me. Presumo particolari… ma non è che ne abbia molte.
Un po’ le avevo scritte in questo post a gennaio. Vediamo che posso aggiungere…

1) chi inizia un discorso con me sulle magagne della Chiesa Cattolica dà la stura ad un torrente di improperi. Eppure per anni ho organizzato e diretto cori parrocchiali giovanili. A volte con un approccio molto country, devo dire. Giusto in questi giorni sono stato chiamato a collaborare ad un coro (quasi interamente femminile) presso la parrocchia di un paese vicino al mio.
Con questo, sarò sempre un "dissidente".

2) a giorni alterni faccio colazione, in genere alle sette del mattino, con una tazza di tè in cui intingo un tramezzino fatto con: due fette di pane, di grano duro o ai cereali, di una nota marca, qualcosa tipo "mugnaio stanco", burro di arachidi e marmellata di fragole. Il tramezzino viene tagliato in due parti uguali che vengono inzuppate nel tè.
Una bomba calorica!

3) rimanendo in argomento, al bar chiedo sempre (o quasi) "caffè ristretto". Da qualche parte lo chiamano "caffè basso", per cui a volta si crea confusione.
Una volta, dopo pranzo, ho chiesto alla cameriera cinese il caffè ristretto. Lei ha bofonchiato qualcosa che non ho capito, sembrava dicesse "sambuca", ma lì per lì ho pensato di aver capito male. Invece aveva capito male lei, e arrivò un caffè corretto, a sambuca, appunto. Approfittando di una sua distrazione, lo rifilai all’amico Damiano ("E’, l’amico è, uno che prendi per il culo, tiè!"), al quale venne un terribile accesso di tosse al primo sorso…

4) dopo vent’anni, durante i quali non ne ho saputo più nulla, ho ritrovato un’amica che avevo conosciuto sedicenne fra i bloggers di Splinder. Ci siamo scambiati commenti, ignari delle nostre identità, fino a che lei ha intuito chi fossi io e me lo ha scritto in pvt. Una vera agnizione degna di un’opera letteraria!
Qualche lettore saprà la storia. Se l’amica vuole, potrà realizzare una piccola agnizione nei commenti .
E’ stato un evento che mi ha dato, e continua a darmi, molta gioia, fra le tante che questo mondo solo apparentemente virtuale ha saputo regalarmi.

5) il 26 gennaio 1975 è uscito il n° 1000 di Topolino. Nei mesi precedenti mi ero auto-convinto che dopo il 1000 non ce ne sarebbero stati altri (incredibile! non avevo ancora sentito la frase "mille e non più mille"; deve trattarsi di una paura innata) e di conseguenza ero angosciatissimo. Per rassicurarmi mi sono auto-convinto (sono sempre stato molto autonomo nelle mie convinzioni ) che mio cugino Gabriele, che voleva diventare giornalista, avrebbe provveduto a far stampare nuovi numeri.

6) facevo le medie quando mi imbattei per la prima volta in una "catena di S. Antonio". Si trattava di un foglio ciclostilato indirizzato a me in cui mi si chiedeva di inviare dieci copie di un delirio pseudo-religioso, altrimenti era previsto un vasto campionario di disgrazie. Mi spaventai parecchio e mio padre, non riuscendo a convincermi che era una cazzata, mi portò a parlarne con il parroco. Don Carlo stava riparando le travi del tetto della chiesa, era un uomo molto pratico, e non volendo scendere mi invitò a salire su di una scala a pioli per raggiungere il sottotetto. Fu una buona vaccinazione contro la paura del vuoto. Lesse la lettera, si fece un risata e mi disse di bruciarla. Poi mi rifilò un micidiale pizzicotto. Aveva mani da muratore, sapeva benedire ma sapeva anche far male!

7) con pochissime variazioni, ho la stessa pettinatura da che mi ricordo (quanto meno dalla prima elementare). E’ cambiata la lunghezza dei capelli (negli anni ’80 andavo dal barbiere un paio di volte all’anno), il tipo di "scalatura", il colore (non nel senso che mi faccio la tinta, accidenti!), ma il concetto è rimasto quello.
La cosa mi ha causato lunghe e devastanti discussioni con fidanzate ed amiche desiderose di modernizzarmi.
Sono una delle persone meno trendy del mondo, mi sa. E non me ne può fregare di meno!

8) una delle azioni di cui mi vergogno ancora al pensiero è quando ho scritto sul quaderno di una mia cugina, che frequentava la quarta elementare, la frase "la mia maestra è una cretina". Mi aveva indispettito il modo in cui aveva spiegato le somme di frazioni (ai tempi facevo prima media, la sapevo lunga!). Qualche giorno dopo ill fattaccio, la sera, gli zii vennero a casa mia (abitavano ad una trentina di chilometri) a contestare il fatto. Io ero già a letto, sentivo discutere e immaginavo di cosa si trattasse. Mi chiamarono per farmi il mazzo. Ma il momento peggiore lo passai quando a fine anno scolastico la cugina venne respinta. Forse dimentichi dell’episodio, nessuno mi disse nulla, ma io mi incolpai dell’infausto evento.

Ok, se qualcuno si aspettava piccanti rivelazioni sulle mie abitudini nell’intimità può aspettare ancora per molto!

Anche stavolta è andata… alla prossima