Giovanna

Giovanna è la nostra receptionist. Termine à la page per portinaia. Mmm… mi sa che anche à la page non è espressione attuale. Chissà, dovrei forse dire up-to-date?
Giovanna fa mille cose: risponde al centralino, gestisce gli ordini alla mensa, fa la fattorina, piroettando fra Milano e la periferia, a Natale fa l’albero.
Giovanna fa pure il caffè. Per i pezzi grossi, of course.
Infine, Giovanna è parecchio stordita. Ne combina di ogni e poi, quando la si mette di fronte al fatto (o fattaccio) compiuto, si porta una mano alla bocca ed esclama "Oh!" come i bambini della canzone di Povia.
Giovanna è una donnina sottile, di circa cinquant’anni, bionda, single. Ha una voce un po’ querula, che nelle esclamazioni assume tonalità da cancello arrugginito che cigola sui cardini.
Nonostante questo è simpatica, è una persona semplice e buona. Benché usi il computer in modo criminale con lei sono (quasi) sempre paziente e l’aiuto spesso ad uscire dai casini in cui si infila.

Da noi vigono regole severissime sul transito all’interno dello stabilimento. Per esempio, sono state disegnate righe gialle lungo il perimetro del piazzale, ed i pedoni non possono camminare da altre parti. La cosa vale anche per i non dipendenti, e spesso mi tocca, vergognandomi come un ladro, costringere i
consulenti ed i fornitori che lavorano con me a seguire queste piste.
Ancora più dure le norme riguardanti l’accesso degli autocarri per il carico e lo scarico. Non più di tre per volta, e tutti si devono prima annunciare al citofono.

Qualche giorno fa Giovanna stava rispondendo al telefono, mandando un fax e preparando un caffè. Un camion fuori dal cancello si era annunciato strombazzando e la nostra eroina, in barba alle disposizioni, gli aprì il cancello.
Sfortuna volle che appena dietro il veicolo sopraggiungesse il titolare, che si accorse dell’infrazione. Nel giro di mezz’ora Giovanna stava ricevendo una magistrale lavata di capo ed il giorno dopo trovò sulla sua scrivania una lettera di richiamo.
Povera Giovanna!

Ieri mattina arriva l’ennesimo autotreno. L’autista non ha neppure in mente di scendere e spara una strombazzata da stadio. La nostra incosciente amica sta per avventarsi sui pulsanti di apertura del cancello, ma, e qui viene da credere all’angelo custode, si ferma appena in tempo. Esce da dietro il suo banco e, da un centinaio di metri di distanza, inizia una pantomima urlata e gesticolata per spiegare al camionista che per farsi aprire deve annunciarsi al citofono.
L’uomo le spiega il motivo della sua più che legittima presenza, ma niente da fare, Giovanna è irremovibile. Smoccolando fra i denti l’autista scende e suona il citofono.
Lei risponde, con la sua miglior voce da cancello cigolante: "CHI E’?"

…questo è un blog de-blasfemizzato, per cui non vi riporto quello che ha detto il camionista