Botte da falegname!

…oppure, come si dice dalle mie parti, "bòt da lignamè!". Ovvero, per gli appassionati di luoghi comuni letterari, "botte da orbi". Insomma, si parla di gente che le dà e di gente che le prende. Niente di nuovo, una situazione che si reitera quotidianamente da millenni, in ogni parte del mondo. In genere, sentir raccontare di fatti del genere mi rattrista o mi fa arrabbiare o mi preoccupa oppure, più spesso, suscita in me un mix di queste emozioni.

Questa volta, una notizia di argomento… legnaiolo mi ha fatto sorridere. Stamattina, andando al lavoro, ho sentito alla radio che un paio di giorni fa, a Massa, una "ronda" di simpatizzanti di destra si è scontrata con una "concorrente" di matrice comunista, con conseguente scambio di convenevoli a base di seggiolate e colpi di aste da bandiera (nonché bottigliate e cazzotti vari). Nessuna conseguenza grave, qualche ferito lieve ricoverato in ospedale, qualche arresto. Pare che il dissidio sia stato preceduto da un crescendo di provocazioni, comprendenti canti partigiani da una parte, inni nazionalisti e saluti romani dall’altra.
Certo, è l’ennesima storia di inciviltà e incapacità di comunicare. Però, invece di indignarmi, mi è venuto da ridere, non so spiegarne il motivo. O forse sì, almeno il motivo conscio lo conosco: ascoltando il resoconto radiofonico dei fatti, mi sono venuti in mente i racconti di don Camillo e Peppone (ed i vecchi film basati su quelle storie). Non pensavo più a quei gruppi di imbecilli tele-lobotomizzati dei giorni nostri, che, abdicato all’uso della ragione, ne combinano di cotte e di crude. Mi immaginavo, piuttosto, quei paesani della bassa di guareschiana memoria che, dopo aver bevuto insieme un bicchier di vino all’osteria, si ritrovano lungo l’argine a darsi, appunto, botte da falegname, per poi tornare, ammaccati nel corpo ma integri nell’anima, a bere un altro bicchiere.

Nostalgie estive da paesano della bassa? Forse…