Quasi un sogno

Un paesino sull’Appennino delle Quattro Province, poche case di pietra, vicoli stretti.
Una festa all’aperto, tavoli affollati di commensali che stanno ultimando la cena.
In alto, nel cielo sereno, una mezza luna si lascia guardare.
Mi appoggio ad un muretto, accanto ad un abete, mi fonderei con il paesaggio non fosse per la felpa giallo zafferano.
Su un palchetto il pifferaio suona, accompagnato dal fido compare alla fisarmonica.
Vecchie melodie, rese ancora più arcaiche da quegli strumenti.
Su una improvvisata pista in tavole di legno alcune coppie ballano. Gente dai quindici ai settant’anni, nessuno pare aver preso lezioni di danza. Ma non importa a nessuno. Li trovo molto poetici.
Ascolto, mi lascio permeare, da quella musica e guardo i ballerini. Tutto il mio mondo sembra ridursi a queste cose, e ci sto bene, in questo piccolo mondo.

Finisce una monferrina. Alcune coppie escono dalla pista, altre entrano. Da un tavolo rumoroso si alza Emma. Si alza anche un uomo corpulento, chiassoso. Lei gli tocca un braccio, lo invia a rimanere seduto. Si avvia, sola, verso la pista.
Appoggiato al muretto dall’altra parte dell’abete vicino al quale mi trovo io c’è Paolo.
Non l’avevo visto. Si stacca dal muro e si dirige, per una volta sicuro, verso Emma.
Lei gli sorride luminosa e invitante, come ha fatto per una vita. Lui increspa appena gli angoli della bocca, ma gli occhi sembrano mandare scintille. Le prende la mano e la invita a ballare. I due musicisti iniziano una mazurca, non troppo veloce. La melodia è di quelle che mi rasserenano e commuovono al contempo, resto ad ascoltare, gettando ogni tanto uno sguardo sui due improbabili ballerini.
Lui è un disastro, miracolosamente non pesta i piedi alla compagna. Lei ostenta più sicurezza, ma probabilmente è più brava  con il latino-americano, su questa mazurca ha le idee poco chiare. A loro sembra non importare. Si guardano finalmente con un sorriso spontaneo.
Alla fine del brano lui, incredibile!, la tiene per mano ancora un po’, le si avvicina.
Emma socchiude gli occhi, Paolo le sfiora le labbra con le sue.
Tutto qui, i due si separano, scendono dalla pista per far posto ad altri ballerini, mentre inizia una polca.
Ma ora lo sanno, qualunque cosa succeda l’uno rimarrà impresso per sempre nel cuore dell’altra. Lui le fa ancora una goffa carezza, lei lo guarda ed i suoi occhi sembrano umidi di lacrime. Poi Emma ritorna al suo tavolo. Non fa a tempo a sedersi che il tipo corpulento l’attira a sé e la bacia in modo decisamente cinematografico, appoggiandole con gesto di possesso una mano sul seno.
Paolo si allontana nella direzione opposta, mi passa accanto. Lo seguo con lo sguardo, un po’ stranito. Vorrei dirgli qualcosa. Ma il suono del piffero e della fisarmonica mi rapisce e mi guida verso un altro sogno.